Loricati in abito bianco

Loricati in abito bianco
Loricati su Serra Crispo

martedì 27 aprile 2010

Scusi, per il Piz Misaun?



Osservando la cartina dell'Engadina, nei dintorni del Bernina, avevo adocchiato come possibile meta scialpinistica il Piz Misaun.
C'era voglia di affacciarsi su dei ghiacciai veri al cospetto del 4000 delle Retiche, il Bernina.
Verificato dalla documentazione disponibile che era alla nostra portata e non presentava particolari rischi l'ho proposta come meta anche ad un'altra persona,stavolta quindi eravamo ben in tre.

Davide si è accodato a me e Caterina con piena fiducia nelle mie ( sic :-) ) capacità organizzative, eravamo stati assieme al Suretta ed aveva gradito.
Il meteo non è dei migliori, sono state date in passaggio due perturbazioni ma il meteo sfizzero è categorico, in zona Bernina le ultime precipitazioni ci saranno nella nottata di venerdì, sabato sarà asciutto con al più qualche passaggio nuvoloso.

Sabato mattina quindi scavalchiamo il Maloja con la strada totalmente ghiacciata, sui tornanti ci sono macchine ferme a montare le catene, fortuna che ho ancora su le gomme da neve!
Il paesaggio engadinese è fiabesco, il termometro dà -12 e qualche dubbio sul puntare ad un itinerario poco frequentato mi assale, in genere con nevicate recenti mi butto sugli itinerari più noti ed a prova di valanga ma, tant'è, ormai la decisione è presa e procediamo verso Pontresina.
La strada è totalmente bianca, evidentemente confidano sull'arrivo del sole anche gli stradini svizzeri.
Arrivati nei pressi della stazione di Morterash la prima sorpresa; mega parcheggio a pagamento, non c'è verso di scamparla, un franco all'ora, questi si fanno pagare anche l'aria, ormai siamo qui e ci tocca.
Si parte, scavalchiamo la linea ferroriaria e ci si pone un dilemma, c'è una bella pista tracciata, con tanto di binari per il fondo, ma sale verso il ghiacciaio, noi dobbiamo andare da tutt'altra parte, ma nella nostra direzione non c'è la minima traccia, è il caso di osare?
Decidiamo di si e ci avviamo verso il bosco, c'è oltre mezzo metro di neve fresca, si affonda fino alle ginocchia, ed ogni tanto si sprofonda fin oltre la vita.
Evidentemente nei giorni passati era stato caldo ed il fondo aveva mollato, la recente nevicata ed il conseguente freddo sopraggiunto non è riuscito a ricompattare il fondo che cede in corrispondenza di grossi massi o radici di alberi.
A fatica si sale ma manchiamo di netto il punto in cui avremmo dovuto uscire dal sentiero che stiamo seguendo, che porta alla capanna Boval.
Morale facciamo una fatica della malora risalendo il bordo dx della morena laterale del ghiacciaio del Morterash.

Alla nostra destra ci sono cumuli delle slavine venute giù questo inverno (beh almeno il pendio ha scaricato ben bene) alla sinistra, ben più in basso di noi, c'è il ghiacciaio con un pò di gente che fa esercitazioni sul ghiacciaio. La fatica è improba, il posto è riparato e soleggiato, si forma anche un poderoso zoccolo sotto le pelli.
Ci viene anche l'idea di rimontare un vallone, ben spianato dalla valanghe, per rimontare sulla spalla principale, ma il dubbio è "e se poi in alto non si apre il pendio?" il bosco infatti è quasi impraticabile per la quantità e lo stato della neve presente.
Ci diciamo che comunque arriveremo alla capanna e poi li decideremo (ma è evidente che stiamo andando troppo a rilento) ma poi?
La discesa dalla capanna per il ghiacciaio dovrebbe essere tracciata ma se nessuno l'ha fatta può essere difficile da trovare ed il ghiacciaio è piuttosto crepacciato.
Per fortuna il dilemma non si pone perchè arrivati ad un certo punto ci rendiamo conto che per arrivare alla capanna c'è da passare per una cengia tra due strapiombi, attrezzata con tanto di cavi corrimano, no, non è decisamente il caso, lì può venir giù di tutto.
Facciamo quindi dietrofront per il percorso dell'andata. Ad un certo punto vediamo una traccia di qualcuno che probabilmente ci ha visto ed ha seguito le nostre tracce desistendo ben presto (chissà che maledizioni ci ha tirato) e decidiamo di tirare giù per un pendio che sembra fattibile da cui raggiungere il percorso tracciato.
Dopo una lotta finale con buchi e voragini riusciamo ad uscirne fuori ed raggiungere finalmente un terreno compatto.
Alla fine uno di noi riesce anche ad incastrarsi tra le sbarre del passaggio a livello; superato l'ultimo pericolo (il treno) riscattiamo la macchina, la cassa automatica accetta anche gli € applicando un tasso da usura, sono organizzati però!
Ci consoliamo pensando che questo giro con gli sci l'anno fatto veramente in pochi e poi sono queste le giornate che restano impresse nella memoria (e ci siamo fatti pure un sacco di risate).

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