Loricati in abito bianco

Loricati in abito bianco
Loricati su Serra Crispo

venerdì 14 gennaio 2011

Il Pollino è sempre una sorpresa

Nella seconda spedizione post-Natalizia si punta al Pollino.La speranza è che, essendo passati 3 giorni dalle ultime nevicate e, soprattutto, essendo nel periodo Natalizio, le strade saranno state sgombrate dalla neve.
Pia illusione, dopo il fatidico tornate di Serra dell'Abete si vede che la neve non è stata smossa, si vede il primo soffione di una certa consistenza e le prime macchine accostate a lato strada. Oltre sono andati solo i 4x4 veri, quelli alti duri e puri.

Non oso tentare la sorte, accosto e già per parcheggiare mi impantano in una cunetta, devo lavorare di piccozza per togliere il ghiaccio e dare presa alle gomme (ho le catene ma tanto visto che mi fermo qui che le metto a fare? Ho già le gomme da neve).

Due escursionisti bolognesi mi chiedono quanto manchi a colle Impiso, gli dico che sono circa 4 km, e si avviano entusiasti :-) con le loro ciaspole.

La fregatura è che lo strato nevoso fino al tornante del Visitone non è uniforme e bisogna saltare qui e la per non grattare le preziose pelli.
Dopo la neve è tanta, ma la jeep ha insistito a raggiungere il colle dell'Impiso, anche a costo di rischiare di distruggere il mezzo, avrà avuto paura di raffreddarsi i piedi! ;-)


Nel bosco la neve è tanta, memore della fatica fatta in passato nel tratto tra Rummo e l'uscita dei piani punto al Pollino, così sfrutto anche delle tracce preesistenti.
L'aria è gelata ma il sole è tiepido e non c'è vento, si sta da favola.
A Gaudolino la pacchia delle tracce finisce e sul traverso ascendente nel bosco che porta ad uscire sulla grande dolina la fatica è improba.


La neve è tanta ed inconsistente, si deve avanzare a piccoli passi.
Nell'ultimo tratto prima dei pini loricati che fanno da sentinella all'uscita del bosco devo fare parecchie giravolte, mai vista tanta neve qui, in genere bisogna caricarsi gli sci in spalla.

Il paesaggio è lunare, il vento comincia a farsi sentire, ci copriamo ben bene e proseguiamo.
Il traverso che solitamente è ghiacciato e richiede i ramponi/rampanti è transitabile senza patemi ma la neve è già stata quasi tutta soffiata via.

Attraversato il canale con le dovute cautele ci rendiamo conto che sul versante sud la situazione neve è ben diversa, qui il sole e le sciroccate preesistenti hanno ridotto di molto il manto ed il vento ha quasi del tutto spazzato via la neve nuova. Visto che non conosciamo le condizioni della Nord dovremmo quindi ridiscendere da qui. Essendo inverno bisogna anche mettere in conto il fattore tempo, le giornate sono corte. Decidiamo allora che possiamo rinunciare alla cima e goderci la discesa sul Gaudolino.

Nel traverso incrociamo, caso raro da queste parti, altri due scialpinisti.
Anche loro arrivano da Bologna ed anche loro hanno fatto un lungo avvicinamento per raggiungere l'Impiso. Sono arrivati da Campotenese ed hanno dovuto parcheggiare prima di Ruggio, al Colle del Dragone.
In compenso hanno trovato tutta la traccia battuta, il che non è male.
Gli dico che non andranno molto più in la, e forse la cosa non gli dispiace del tutto.
La discesa è la migliore mai fatta in assoluto su questo percorso, puro galleggiamento con traccia obbligata ma abbastanza larga nel bosco.
Al colle ci fermiamo un po per goderci il l'ultimo sole ed il silenzio del posto, poi riprendiamo a scendere nel bosco gelato.
Ci rifermiano in fondo per ripellare per risalire al colle dell'Impiso e goderci l'ultima vista del Pollino nella luce del tramonto.
Risaliamo con calma al colle e li di nuovo via le pelli per l'ultima discesa nella strada o ai bordi fino a raggiungere la macchina.

martedì 11 gennaio 2011

Tra le nebbie del Sirino

Descrizione1Le ultime perturbazioni sono passate a cavallo del Natale favorendo gli accumuli nevosi in montagna e quelli adiposi su di noi.
La tipica escursione di assaggio, per rendersi conto della situazione neve senza rischiare di impantanarsi sulle strade del Pollino, che notoriamente non sono spazzate regolarmente, è quella al massiccio del Sirino.

Qui ci sono degli impianti di risalita di recente risistemati, che consentono sciate di buon livello.
Ci sono anche svariati pendii che consentono belle sci alpinistiche su belle pendenze. In caso di meteo incerto si può comunque ripiegare sulle piste per un rientro agevole.



La montagna non va sottovalutata, ci sono svariate creste e valloni che nelle parti alte possono richiedere i ramponi ed in caso di scarsa visibilità è facile perdere l'orientamento se non si conoscono i luoghi o non si dispone di bussola, altimetro e/o GPS.
Alcuni pendii poi in caso di nevicate abbondanti possono scaricare, vanno quindi valutate opportunamente le condizioni anche se, essendo la costa di Maratea a soli 20km in linea d'aria, l'assestamento è in genere rapido.

L'uscita dal bosco, sulla cresta

La zona è facilmente raggiungibile dall'autostrada A3 dalle uscite di Lauria Nord o Lagonegro Sud (evitando i periodi di traffico intenso per evitare le code dovute ai lavori che interessano ora proprio quella zona).
Si può partire dal Parcheggio della Conserva di Lauria o del Lago Laudemio (o da dove si riesce ad arrivare con l'auto) ma generalmente qui le strade sono tenute sgombre.
Optiamo per la Conserva proprio per evitare il tratto autostradale incriminato, la strada è pulita, con qualche placca di ghiaccio sui tornanti, ma le gomme da neve fanno il loro dovere.

Seguiamo il primo tratto di pista ed i piloni di uno ski-lift (a cui non sono ancora agganciati i piattelli) fino alla cresta che divide dal Laudemio.
Qui seguiamo la cresta della Timpa Scazzariddo (curioso nome) con l'idea di raggiungere la cima poi traversare e raggiungere il Monte del Papa passando per l'arrivo della seggiovia.

Abbiamo però fatto i conti senza l'oste, delle nubi ci avvolgono completamente ed all'uscita dal bosco ci rendiamo conto che il filo della cresta presenta dei sassi, occorre quindi stare a su uno dei versanti.

Avendola percorsa qualche anno fa e ricordando che i pendii sono sostenuti (credo sui 45°) si punta sul lato dx con puntando a passare alti sulla faggeta.
Prima o poi dovremo raggiungere il canalone con la pista di discesa del Laudemio.
La neve nel bosco è tanta, almeno 1 m fresca, puntiamo a contornare il bosco per evitare dei salti di roccia che ricordo da questo lato.

Alla fine arriviamo in un anfiteatro sotto un bello sperone roccioso che sbuca momentaneamente tra le nebbie. Da qui avvistiamo momentaneamente i piloni della seggiovia a cui puntiamo con una diagonale nel nulla. Raggiunti i piloni seguiamo il tracciato della pista, non battuta, e raggiungiamo la stazione di arrivo.
Dopo un ristoro ed un po di attesa ci rassegniamo a scendere nella nebbia, il rammarico è di dover andare giù trattenuti data la visibilità di circa 20 m, da un pilone non si vede il successivo.
Arrivati alla stazione di partenza risaliamo la pista che ci porta sullo spartiacque tra le due valle dove con una bella discesa su polvere impalpabile (le nebbie si sono improvvisamente diradate, per fortuna) ritorniamo al parcheggio.