Loricati in abito bianco

Loricati in abito bianco
Loricati su Serra Crispo

venerdì 20 gennaio 2012

Un bel giorno da cani

Nei primi tempi in cui ho cominciato a frequentare il Pollino in solitaria, non per scelta personale ma per il passaggio a diversa vita del mio fratello di neve ed escursioni, mi è capitato più volte di trovare dei cani escursionisti. Raramente invece ho trovato umani. Le poche volte si trattava sempre di persone particolari, come la volta che, prendendo il sole in cima a Serra delle Ciavole dopo una salita con gli sci, sentiamo arrivare una persona che cantava a tutta voce e poi l'abbiamo visto sbucare, con gli sci da escursionismo ed ...in mutande! (Il mitico Vanni!).
Al di là delle palpitazioni che ricordo di aver provato quando, risalendo il canalone ovest del Pollino,mi ritrovai improvvisamente di fronte due cani (i lupi sono affascinanti ma il primo istinto è indubbiamente quello di fuga) è sempre un piacere viaggiare in compagnia. Una volta mi avviai con tempo instabile, in verità sapevo che il meteo era in miglioramento e mi fidavo di quello. Un maremmano mi seguì dal rifugio di Pedarreto e mi tenne compagnia fino in cima a Serra del Prete. La visibilità era scarsa, le nubi incombevano ed avere quel cane al mio fianco mi dava tranquillità. Ogni tanto si perdeva ad inseguire le sue tracce odorose.
Mentre ero nel bosco del versante sud, scattò all'improvviso due volte, la prima dietro una lepre, la seconda dietro una volpe, non le avrei mai viste senza il suo fiuto. Quando poi negli ultimi metri di cresta sbucai dalle nubi ed usci nel cielo più blu che abbia mai visto mi sembrò naturale gioirne con il quattrozampe e dividere con lui i viveri.
Nelle ultime vacanze, per il primo approccio al Pollino dopo le nevicate di Natale, abbiamo preferito partire da Pedarreto confidando che la strada fino al rifugio sarebbe stata in qualche modo pulita. Parcheggiata l'auto nei pressi del rifugio non abbiamo potuto dire che non c'era neanche un cane. Infatti trotterellando sono venuti a salutarci due valorosi cuccioloni, seguiti poco dopo da un vecchio guerriero. Chissà se qualcuno di questi era l'erede del vecchio compagno di un tempo, l'ipotesi non è del tutto campata in aria, la somiglianza c'è ed il punto di partenza è lo stesso.
Sono bastate due carezze per convincerli a seguirci nell'escursione. L'idea era di arrivare a Ruggio ed, una volta li, decidere in base al meteo ed alla situazione neve dove arrivare. I baldi compagni sono partiti con spirito costruttivo, spesso tracciando la pista o scattando qua e la nel bosco inseguendo le loro tracce odorose. Man mano però sono diventati un pò lazzaroni preferendo lasciare battere la pista a me e seguendo fedelmente la traccia.
Ad un certo punto poi cominciano a cercare di impietosirci accasciandosi nella traccia o mettendosi di traverso nella stessa. In occasione delle varie soste (fatte per bere o rifiatare o fare una foto), uno regolarmente, si mette a girare in tondo per scavarsi una buca in cui si acciambella e prova a schiacciare un pisolino (come i cani da slitta nei racconti di Jack London), avrà scavato una dozzina di buche!
Alla fine ci hanno seguito fino in cima al monte Grattaculo (nome evocativo, vero?). Nuvole veloci ma continue sconsigliavano di andare sulla più imponente e sciabile Serra del Prete, ma è stata una buona scelta. Non sempre questa cima è in condizioni così sciabili, essendo esposta la salita a sud e, nella parte bassa, molto sassosa. Stavolta invece la bene è ben assestata e sufficientemente alta, così si sale bene e si raggiunge agevolmente, in mezzo ad una fitta ma ben sciabile faggeta, la cima.
La vetta è un magnifico balcone sulla valle del Mercure, anche gli amici quattrozampe si godono il paesaggio ed un meritato biscotto che li riscuote dalla loro flemma britannica. In discesa, poi, ci seguono disciplinatamente senza intralciare la sciata fino al rifugio di Pedarreto dove, dopo un ultimo saluto, si accoccolano definitivamente per un meritato riposo.
Missione compiuta!!

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