Loricati in abito bianco

Loricati in abito bianco
Loricati su Serra Crispo

martedì 22 maggio 2012

Marmotta placcata!

Alla fine del secondo tiro

Non ho grandi esperienze su vie lunghe e questa l'avevo adocchiata da un po' per vari motivi.
Innanzi tutto dichiarava difficoltà abbastanza contenute (almeno rispetto ai miei trascorsi su placca).
Il fatto che il massimo dichiarato era un 5c mi tranquillizzava.
Il posto poi era abbastanza vicino da raggiungere e prometteva panorami molto belli.
Quando quindi l'ho sentita nominare come possibile destinazione mi sono subito proposto per unirmi alla banda. Ci siamo così aggregati ad altre tre persone, tra cui ben due hanno già fatto la via in passato.
Con queste premesse si poteva andare tranquilli.
Pensavo che avrebbero proposto di fare due cordate con i più esperti del gruppo alla guida. Dopo un percorso tortuoso fino ad Albonico e poi scassatissimo (consigliata 4x4 o macchina alta e corta) siamo arrivati al parcheggio.
Il passo chiave dell'ultimo tiro


In una atmosfera calda ed umida abbiamo inseguito i pallini rossi e le M segnalanti la via fino a raggiungere, dopo un'oretta, l'attacco della via ben intrisi di sudore.
Facciamo due cordate, una da tre con i pesi massimi, ed io e Cate a seguire.
Mi toccherà quindi andare da primo senza possibilità di chiedere cambi. Il primo tiro va via liscio. Ci si ritrova tutti alla prima sosta. Mentre recupero riparte il primo e sento un '<>' ...Ummmh ! Interessante!!!
Parte il secondo e sento un , ".. placcadimmerda! La odio, e dire che l'avevo fatta da primo, ora non mi viene da secondo!.."
...Azz!!!
Recito i mantra della placca e mi accingo a ripartire mentre l'altra cordata è uscita dai radar.
Effettivamente qui la placca impenna, in superficie è un po polverosa e, soprattutto, gli spit sono lunghetti.
Superato il primo ed abbrancato il secondo mi tranquillizzo e procedo sciolto, salto finanche uno spit e raggiungo la seconda sosta.
L'ultimo tiro

Da qui in avanti è solo una gran sudata, le difficoltà si abbattono ma trovo da cacciare dentro anche un friend che non avevo mai usato (un lussuoso BD #3) in una fessura fatta apposta per lui.
Ci sono diversi spit inutili che potevano essere usati più profiquamente altrove. Il panorama è magnifico ed il sole si vela lasciandoci respirare.
L'ultimo tiro è magnifico, una placcona compatta che si impenna verso l'alto con un altro passettino maligno, ma ormai il piede si è abituato alla placca e l'aderenza è ottima. Anchq qui uno spit in più non guasterebbe, quello presente,poi, si mimetizza alla grande!
La sosta tra il primo ed il secondo tiro
La discesa ci rivela altre sorprese, dopo una prima doppia ravaniamo su pratoni e canali ripidi e sdrucciolevoli, fino ad incrociare una sosta della via da cui ci ricaliamo per un'altra trentina di metri.
Da qui ancora su terreno ripido fino alla doppia finale da 60 metri giusti giusti che ci riporta all'attacco.
Riattraversiamo la giungla semi paludosa al trotto, inseguiti da nugoli di feroci insetti. Ci facciamo  una doccia rinfrescante alla fontana posta presso la cappella degli alpini e raggiungiamo infine l'auto soddisfatti e rinfrancati.

Considerazioni sulla via?
E' certo discontinua e complessivamente faticosa; il panorama è magnifico e vale da solo la sudata.
Assolutamente da evitare in estate. Sconsigliato a chi ama la vita comoda e/o predilige le chiodature ascellari. Sconsigliato ai big che puntano alle difficoltà e se ne impippano dell'ambiente a contorno.
I passi di 5c sono comunque non azzarabili e richiedono passo sicuro.
Il tiro di 5b a metà via

sabato 5 maggio 2012

Il quasi raduno del Lagrev.

Quando le condizioni nivometeo non sono delle migliori, o perchè è nevicato recentemente ed il manto non è assestato oppure fa molto caldo e non ci si vuole impantanare più del dovuto, dove si va? Si va al Lagrev ! La strada è ottimamente tenuta, non ci sono problemi di parcheggio, si parte ed arriva sci ai piedi dalla macchina.
Infine il percorso nella parte bassa è abbastanza ombreggiata ed in alto passa per un ghiacciaietto. La pendenza è costante e ben sostenuta, non bisogna fare risalite e/o tratti in piano, insomma è il percorso quasi ideale. Quando il Grevasalvas (altro itinerario gettonatissimo e con caratteristiche simili) con la sua esposizione sud non è più percorribile molti scialpinisti si ritrovano qui, in una sorta di raduno autoorganizzato.
Sul ghiacciaio
La maggior parte dei partecipanti sale dal milanese, dal lecchese, da valchiavenna e bassa valtellina. C'è poi una spolverata di grigionesi e qualche tedesco. In genere i lombardi tendono a partire presto e ritornare tra i primi, per evitare le code del ritorno o per sedersi a tavola per pranzo. Quelli di lingua tedesca se la prendono con più comodità. Noi in genere partiamo con i primi e torniamo con i secondi. Non vediamo il senso di questo mordi e fuggi. Godere dell'ambiente con frequenti soste (ed in cima godere di un morso di salsiccia che a quota 3000 diventa anche più buona) mi pare il minimo, e poi anche scendendo dopo qualche bella linea da tracciare si trova sempre. L'anno scorso, con situazioni meteo simili, ebbi la trovata di venire qui e contai, sulla rampa che dal ghiacciaio porta al colletto che adduce all'anticima sud, circa 80 persone.
Sulla cima sud
Quest'anno, probabilmente a causa del lungo inverno secco e del caldo esagerato tra metà marzo e metà aprile, molti hanno deciso di mettere via i ferri da neve con anticipo. Non hanno ritenuto quindi di approfittare dell'inattesa nevicata post-pasquale per tracciare le ultime curve della stagione (parlo ovviamente di quelli che non concludono la stagione a quota 4000).
Sulla consueta rampa quindi sono arrivato a contare neanche 40 persone, il raduno è stato quindi tra 'pochi' intimi. Se continua così tra un pò si metteranno a staccare i biglietti alla partenza degli itinerari più frequentati!