Loricati in abito bianco

Loricati in abito bianco
Loricati su Serra Crispo

venerdì 16 agosto 2013

Al Monte Alpi, tra i boschi e le rocce dell'Appennino lucano. Escursionismo.

Il versante O del monte Alpi
Il monte Alpi è un massiccio montuoso, composto da due cime, posto all'estremità nord-occidentale del parco del Pollino.
E' una montagna che ripropone in piccolo ed in un territorio abbastanza limitato le tante facce del parco.
Basta un giorno per girargli intorno e passare dai fitti boschi del versante nord, ai pascoli di alta quota del sud ed alle pareti strapiombanti del versante ovest con tanto di pini loricati abbarbicati alla roccia.
L'avvicinamento facile lo rende comodamente raggiungibile a tutti (almeno nelle parti basse), ma la montagna è decisamente poco frequentata, meno di quanto meriterebbe.
Di fatto ho raramente trovato qualcuno.
Questa estate in un'occasione abbiamo attraversato il magnifico bosco Favino, teatro del rito della 'ndenna' (analogo a quello eseguito a Viggianello o Rotonda) praticato qui dagli abitanti di Castelsaraceno.
la 'ndenna' che svetta tra le case di Castelsaraceno
Questo consiste nel matrimonio simbolico tra un faggio (il maschio) ed un abete (la femmina) scelti e tagliati anno dopo anno nei boschi e poi trascinati, tra musiche popolari e solenni bevute e mangiate, in paese. La festa si fa in onore di S. Antonio di Padova.
Qui vengono uniti ed issati al centro del paese, con tanto di offerte appese in alto a disposizione di chi osa scalarli.
Risalendo il canalone NE sopra la 'Niviera'
Per la discesa è più saggio ripercorrere parte della strada di salita e proseguire poi per la cresta E dove 'dovrebbe' esserci il sentiero segnalato a bolli.
Noi abbiamo traversato verso la cima del monte Alpi, siamo scesi per la cresta NO fino al bosco e poi abbiamo proseguito per labili tracce con una diagonale che ha tagliato tutto il bosco del versante N.
Anche se il bosco sembra invitare a scendere direttamente, è meglio evitare l'invito.
Infatti il bosco ricopre e nasconde una fascia rocciosa, con diversi salti, che divide la parte alta della montagna dalla bassa.
Probabilmente questo bosco è frequentato solo da lupi, cinghiali, ed escursionisti con il gusto dell'esplorazione e buone caviglie.
Dopo aver traversato i tanti canali che scendono nel bosco (con la neve senza ramponi diventa proibitivo) arriviamo a quello che sembra l'ultimo da cui, a balzi e saltelli, raggiungiamo una sterrata nel bosco e da qui il parcheggio.
La parte finale della cresta NE, In fondo il monte S. Croce
Ci fermiamo dopo alla falesia attrezzata dell'Armizzone a fare qualche tiro (quelli alla nostra portata).
Questa falesia è particolare;  si arrampica su alcune estrusioni di silice che sbucano qua e la dal calcare, per cui in caso di volo queste potrebbero essere ben 'dolorose'.
Le vie sono assortite, vanno dal 5a al 7a, ben attrezzate.
Il versante N del massiccio, boscoso ed inciso dai canali. A sinistra il canalone della Neviera.

Il posto è 'bucolico', gli unici rumori che si sentono sono quelli del vento, qui sempre presente, e delle mucche al pascolo nei dintorni. Una bella falesia estiva dove passare una giornata in tranquillità, tra un'arrampicata, un pic-nic ed una passeggiata.
Concludiamo la giornata in bellezza facendo un salto a Castelsaraceno. Svetta in mezzo al paese l'abete dell'ultima sagra.
Giriamo senza meta per i vicoli del paese fino ad affacciarci sulla gola del 'Racanello' che separa lo sperone su cui è appoggiato il paese, dall'immenso (non tanto per altezza,  anche se è pur sempre 1700 mt, quanto per estensione) monte Raparo che incombe sul paese.
Una podolica  si gode il panorama dalla vetta. Tra le foschie il golfo di Sapri.

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