Loricati in abito bianco

Loricati in abito bianco
Loricati su Serra Crispo

giovedì 1 maggio 2014

Nelle Calanques, sulle tracce di Gaston Rebuffat.



Panorama dal "Belvedere" verso la Chandelle (verso Sud)


Chi ha formato la sua fantasia alpinistica leggendo le storie dei grandi degli anni 60 ha sicuramente sentito parlare oltre che del grande Bonatti anche di Gaston Rebuffat. Questi era noto per una concezione gioiosa dell'alpinismo che ha perseguito anche nella sua carriera di guida. Lui era felice della felicità che leggeva negli occhi  dei clienti e quindi provava piacere nel ripetete più volte gli stessi itinerari al cambiare dei clienti (che erano prima di tutto amici). 
Panorama dal sentiero per la Chandelle verso il "Belvedere" (verso N)
Anche a noi è capitato di pensare, visitando un posto nuovo e trovandolo particolarmente piacevole, a quando ci accompagneremo questo o quell'amico. Ritrovare nei suoi occhi lo stesso nostro stupore è appagante quasi come la prima visita. Questo approccio plaisir, innovativo in quegli anni in cui imperava la lotta con lalpe, non può che essere nato dalle frequentazioni in veste alpinistica delle sue montagne di casa le Calanques. Rocce vertiginose a picco sul mare ed a due passi dalla sua Marsiglia, ambiente solare e dalla luminosità estrema.
La Chandelle ed il Chandellon.
La zona, pur essendo confinante con Marsiglia, presenta delle zone assolutamente selvagge. 

Purtroppo negli anni passati è stata più volte colpita da incendi, favoriti dalla forte insolazione e dalla presenza quasi costante del Mistral, che piomba giù dalle gole del Rodano ed arriva sulla costa senza traccia di umidità e su molti sentieri è vietato laccesso da Luglio a Settembre per evitare incendi spontanei.

E' frequentata da milioni di visitatori lanno, ma al di fuori delle zone più battute, nelle zone più esterne, può capitare di camminare per ore senza incontrare nessuno.

La segnaletica è essenziale, pochi segni di vernice su sassi, e non è inusuale perdersi nel reticolo di sentieri e tracce che vanno su e giù dai valloni.


Avendo pochi giorni a disposizione abbiamo visitato la zona vicina allUniversità di Marsiglia, portandoci fin sotto la mitica Chandelle ed arrivando al Belvedere. Questa zona è molto frequentata data la vicinanza di Marsiglia e del polo universitario Ma raggiunto il colle molti si fermano e gli altri si disperdono in tutte le direzioni. Il panorama verso la cosa è superbo e le rocce di accesso al belvedere, levigate come quelle del Partenone, testimoniano la frequentazione del posto. 

Il becco dell'aquila
Un altro giorno è stato dedicati alla zona tra Cassis e La Ciotat (con una puntata ai bordi delle enormi falese di Cap Canaille ed al becco dellaquila (riuscendo anche a essere contemporaneamente benedetti dalla pioggia e sferzati dal vento).

L'unica giornata piena, con il tempo ristabilito, è stata dedicata ad un lungo giro ad anello che dal parcheggio del col de la Gardiole ci ha portati nelle calanque di Port Pin e poi di En Vau (il più spettacolare dei fiordi con tante vie di roccia ed il dito di Dio).
 
Dopo una lunga traversata (con un paio di smarrimenti di sentiero) ci siamo affacciati infine alla costa nella falesia di Essaidon. Da li abbiamo continuato sui bordi della falesia più selvaggia e remota, quella di Devenson, noi sferzati dal vento, mentre le cordate in parete sfrigolavano al duo riparo sulla roccia.
En Vau. Un posto veramente magico.

Abbiamo infine raggiunto il colle tra Chandelle e Chandellon dove abbiamo visto, da altra prospettiva, il lato Marsigliese (col vento che ormai tentava di sradicarci dalla roccia).
Da qui al ritorno al parcheggio abbiamo testato in pieno la potenza del Mistral, alcune raffiche ti buttavano letteralmente a terra, bisognava camminare inclinati per bilanciarlo.
Devenson, accucciati per il vento

Solo i gabbiani riuscivano a giocarci e si divertivano ad andare su e giù.
Probabilmente siamo stati fortunati essendo venuti in un periodo non di punta.
Sole, vento e roccia a volontà

Vento permettendo il periodo migliore per la visita va dallautunno alla primavera, quando il clima non è rovente (ma le innumerevoli strutture rocciose sono prese dassalto da tanti arrampicatori che vengono a svernare qui).

Un esempio di come un territorio può essere turisticamente attraente senza essere snaturato e ridotto a giocattolo. 

Al colle tra Chandelle e Chandellon